The Cloakroom, Victoria & Albert Museum

During this year’s London Design Festival, visitors to the V&A had the chance to be transformed into temporary custodians via Faye Toogood’s new installation, The Cloakroom.

They were invited on a journey of discovery through the Museum’s collections, simply by checking out and wearing one of 150 Toogood coats from the eponymous Cloakroom. Situated in the Clore Study Area, a stylised circular rail dispensed a selection of coats specially designed for this installation. The coats were constructed from Kvadrat’s Highfield, a high tech compressed foam textile. Equipped with sewn-in maps for ease of navigation, the coats guided visitors to a further 10 garments in diverse locations around the V&A. Each of these garments were specially commissioned reinterpretations of items from the Museum’s collections, from a 15th century timber panelled room to a shining suit of armour. Made in abstracted shapes and unexpected media, these individual couture pieces, constructed from varied materials including wood, fibreglass and metal, were hidden in the galleries ready to be discovered.

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// Durante l’edizione appena passata del London Design Festival, i visitatori del V&A hanno avuto la possibilità di essere trasformati in custodi temporanei attraverso la nuova installazione di Faye Toogood, The Cloakroom.

I visitatori sono stati invitati ad un percorso di scoperta attraverso le collezioni del museo, semplicemente studiando indossando uno dei 150 cappotti di Toogood presi in prestito dal Cloakroom (guardaroba). Collocata nella Clore Study Area, una rotaia circolare ha dispensato una selezione dei cappotti disegnati appositamente per l’occasione e realizzati nel tecnologico nuovo tessuto di schiuma compressa Highfield, progettato da Alfredo Häberli per Kvadrat. Forniti di mappe cucite al loro interno,  i cappotti guidano i visitatori alla ricerca di dieci variazioni sul tema in diversi spazi di tutto il V&A. Ciascuno dei capi è stato commissionato espressamente per reinterpretare elementi delle collezioni esposte nel museo, da una stanza rivestita con boiserie in legno del XV secolo ad una scintillante armatura. Realizzati in forme astratte con materiali insoliti, dalla gomma industriale al marmo intagliato, questi singoli pezzi di alta moda sono stati nascosti nelle gallerie in attesa di essere scoperti.

The Drawing Room, Somerset House

The genteel traditions of the English drawing room have been redrafted by designer Faye Toogood for a new installation at Somerset House during this past edition of London Design Festival. Visitors to the building were invited to relax in an environment that evoked a derelict country house – although in this case the surrounds had been literally drawn in, as charcoal sketches on the translucent plastic sheets that lined the walls.
The furniture were an intriguing combination of abstracted cardboard sculptures, a drawer of personal archive treasures, and reassuringly chunky contemporary pieces drawn from Toogood’s recent “Roly-Poly” collection, remodelled in charcoal-hued fibreglass. A sense of rustic abandonment was added by a handwoven rug strung together from limewashed fragments of canvas and rope, while stray chickens and ducks – rendered in cardboard origami – mingled with the visitors.

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// Le raffinate tradizioni dei salotti inglesi sono state riscritte da Faye Toogood per la nuova installazione esposta alla Somerset House durante l’appena passata edizione del London Design Festival. I visitatori sono stati invitati a rilassarsi in un ambiente che richiamava una casa di campagna disabitata – sebbene in questo caso l’ambiente fosse stato letteralmente disegnato, con disegni a carboncino realizzati sui fogli traslucidi che ricoprivano le pareti.

Per gli arredi, un’interessante combinazione di sculture astratte in cartone, una cassettiera di tesori personali insieme a contemporanei pezzi massicci estratti dalla recente collezione di Faye “Roly-Poly” e ripensati in vetroresina color carbone. Un senso di abbandono rustico è stato raggiunto con l’aggiunta di un tappeto tessuto a mano con frammenti di tessuti e corde imbiancate, mentre galline e anatre smarrite, in forma di origami di cartone, si confondevano tra i visitatori.

Pots, Design Museum

Two cultures are fused together by the serene act of pouring. A shared history of brewed leaves, of porcelain, of the intricacy and intimacy of the tea ceremony. It is a moment of calm that crosses continents to find reassuring shape in Faye Toogood’s new range of ceramics for Tokyo’s furniture label, E&Y. The “Pots” collection fuses traditional Japanese forms with a distinctly English sensibility. Three table vessels, in differing proportions – Tall, Volume and Flat – but with a unifying rounded aesthetic, are fashioned in dark hagi stoneware coated with a white thick glaze that evokes drips of milk. The vessels stand on chunky tripod legs and are equipped with lipped spouts for pouring and urn-like lids on which the unfinished stoneware peeks through. Hand-made by Japanese artisans working with traditional techniques, this collection premiered at the Design Museum last week.

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// Due culture si fondono insieme nel sereno gesto del versare. Una storia comune di foglie infuse, di porcellana, della complessità e intimità tipiche della cerimonia del tè. Questo momento di calma che attraversa i continenti trova forme rassicuranti nella nuova serie di ceramiche di Faye Toogood per il marchio giapponese E&Y. La collezione “Pots” fonde le forme tradizionali giapponesi con una sensibilità in modo tutto particolare inglese. Tre contenitori da tavolo, in diverse proporzioni – Alta, Volume e Piatta – ma caratterizzate da una forma rotonda unificante, realizzati con ceramica Hagi scura ricoperta con uno spesso strato di smalto bianco che rievoca lo sgocciolare del latte. I contenitori poggiano su tre gambe massicce e sono dotati di beccucci per versare e coperchi a forma di urna sui quali spunta la ceramica non rifinita. Realizzati a mano da artigiani giapponesi che utilizzano ancora tecniche tradizionali, la collezione è stata presentata al Design Museum.

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