Grafton Architects + Graphic Relief for Irish Design 2015, The Ogham Wall
Inspired by the Irish Ogham alphabet, which dates from around the 4th century, The Ogham Wall interprets letters from this ancient language as an architectural construct of 3m-high concrete ‘fins’. The 23 fins have been crafted by Graphic Relief from rough concrete with metal details. The surface of each fin has been polished to a smooth finish in some parts contrasting with slight material imperfections in others, an intentional by-product of the casting process.
// Ispirato all’alfabeto Ogamico irlandese, che risale al 400, The Ogham Wall (Il muro ogamico) interpreta lettere di questa antica lingua come costrutto architettonico di “alette” in cemento alte 3 metri. Le 23 alette sono state realizzate a mano da Graphic Relief partendo da cemento grezzo con dettagli in metallo. La superficie di ciascuna lastra è stata poi lucidata a finitura liscia in alcune parti che contrastano con altre lasciate imperfette, un effetto collaterale intenzionale del processo di colata.
Laetitia de Allegri & Matteo Fogale, Mise-en-abyme
A colourful and immersive installation for the bridge over the Medieval and Renaissance galleries. The duo have created a landscape of overlapping semi-transparent shapes that play with our sense of perspective. These semi-transparent panels also reference the V&A’s colourful stained glass collections displayed nearby. As visitors move across the bridge, they pass through increasingly small openings in these panels, a literal interpretation of perspective translated to three-dimensional space that offers an immersive experience.
// Una colorata e immersiva installazione per il ponte che sovrasta le Gallerie Medievali e Rinascimentali. Il duo di designer ha creato un paesaggio di forme semitrasparenti colorate e sovrapposte che giocano con il nostro senso di prospettiva. Questi pannelli semitrasparenti citano anche le vetrate colorate del V&A esposte nelle vicinanze. Con l’avanzare dei visitatori sul ponte, questi attraversano sempre più piccole aperture nei pannelli, una interpretazione letterale della prospettiva tradotta in spazio tridimensionale che offre un’esperienza immersiva.
Mischer’Traxler, Curiosity Cloud
Curiosity Cloud, the new project developed for London Design Festival, takes its cues from Perrier-Jouët’s (partner of the project) connection to the Art Nouveau movement and the traditional use of insect motifs throughout this period. The installation comprises 250 mouth-blown glass globes made by the Viennese glass company Lobmeyr, each containing a single hand-fabricated insect. 25 insect species have been ‘captured’, falling into three categories: extinct, common and newly discovered.
From a distance the majority of the insects are quiet and calm, with just a few moving, their vessels emitting a soft, glowing light. As visitors enter the darkened room and approach the installation the insects come to life, moving more rapidly and emitting noises as they collide with the glass in which they are encapsulated.
// Il nuovo progetto ideato per il London Design Festival, prende spunto dal legame che Perrier-Jouët (partner del progetto) ha con il movimento Art Nouveau insieme al tradizionale utilizzo del motivo degli insetti tipico di quel periodo. L’installazione comprende 250 bulbi in vetro soffiato a bocca realizzati dall’azienda viennese Lobmeyr, ognuna contenente un singolo insetto fatto a mano. 25 specie di insetti sono state “catturate” e suddivise in tre categorie: estinti, comuni e scoperte recentemente.
Da una certa distanza la maggioranza degli insetti è calma e silenziosa, con solo pochi movimenti, e i contenitori emettono una tenue luce brillante. Non appena i visitatori entrano nella stanza buia e si avvicinano all’installazione, gli insetti si animano, muovendosi più rapidamente ed emettendo rumori al contatto con i vetri nei quali sono racchiusi.
Kim Thomé, Zotem
Featuring a colourful blend of light and movement, Zotem occupies a central space in the Museum, rising vertically from the Grand Entrance up to the Contemporary Ceramics gallery, on the sixth floor. Zotem is designed to draw visitors’ eyes upwards and create a visual link between these two spaces. Rising and falling through the floors, prismatic colours and linear patterns are reflected and refracted by Swarovski crystal to create an entrancing visual illusion.
// Caratterizzato da un’unione di luce e movimento, Zotem occupa uno spazio centrale nel museo, erigendosi verticalmente dall’entrata principale fino alle gallerie delle ceramiche contemporanee, al sesto piano. Zotem è stato concepito per dirigere lo sguardo dei visitatori verso l’alto e per creare un collegamento visivo tra questi due spazi. Innalzandosi e ricadendo per i piani, colori prismatici e pattern lineari sono riflessi e rifratti dai cristalli Swarovski a creare un’incantevole illusione visiva.
Barnaby Barford, The tower of Babel
The Tower of Babel tells an array of stories about our capital city, our society and economy and ourselves as consumers. Standing an imposing 6m high, the Tower comprises 3000 bone china shops, each one unique, each depicting a real London shop photographed by the artist. At its base the shops are derelict, while at its pinnacle are the crème-de-la-crème of London’s exclusive boutiques and galleries.
Standing as a monument to the great British pastime of shopping, Barford’s apparently precarious Tower playfully likens our efforts to find fulfilment through retail with the biblical Tower of Babel’s attempt to reach heaven.
// La Torre di Babele racconta una serie di storie sulla nostra capitale, la nostra società ed economia e su noi stessi come consumatori. Innalzata per 6 m di altezza, la torre comprende 3000 negozi di porcellana cinese, ognuno unico, ognuno rappresentante un negozio esistente fotografato dall’artista. Alla sua base i negozi sono fatiscenti, mentre in cima ci sono i negozi e le esclusive boutique di Londra.
Ergendosi come un monumento al grande passatempo british dello shopping, la torre apparentemente precaria di Barford paragona i nostri sforzi per trovare la realizzazione attraverso il commercio con il biblico tentativo della Torre di Babele di raggiungere il paradiso.