After Tadao Ando, Ai Weiwei and Chiharu Shiota, italian artist Edoardo Tresoldi is welcomed by Le Bon Marché Rive Gauche to animate its spaces with a brand new site specific installation.
“Aura” is inspired by Neoclassicism and the Italian Renaissance palazzo. Tresoldi has developed a reflection on the passing of time and the transformation of matter, from classical forms to contemporary content, through the concept of architecture in ruins.
You will see the ephemeral installation is composed of two domes, one in wire mesh and one in corrugated sheet metal, a new material for the artist, used here for the first time. They both are suspended from the majestic glass ceilings designed by Gustave Eiffel, and required five nights of work.
The two artworks express a dichotomy but are, at the same time, in constant dialogue and interpenetration. Both become pure structural essence and narrate a space-time dimension that is not part of the present, but rather an architectural ghost evoked by the decomposition of shapes and the use of industrial materials.
“Aura” is part of the entire DNA of architecture, recomposing its identity through a deconstruction process.
Suspended in the halls of Le Bon Marché, the two artworks are, in the words of the artist, “like relics on display in an 18th century natural history museum. By observing them, visitors trace back the historicity of architecture through its components.”
All images © Roberto Conte.
// Dopo Tadao Ando, Ai Weiwei e Chiharu Shiota, l’artista italiano Edoardo Tresoldi viene accolto negli spazi del prestigioso Le Bon Marché Rive Gauche di Parigi con la sua installazione site specific.
“Aura” si ispira ai palazzi rinascimentali e al Neoclassicismo. L’artista italiano ha sviluppato qui una riflessione sul passaggio del tempo e la trasformazione della materia, dal classicismo delle forme alla contemporaneità dei contenuti, attraverso il concetto di architettura in rovina.
Una suggestione declinata nella realizzazione di due cupole, una in rete metallica e l’altra in lamiera ondulata, materiale utilizzato per la prima volta in questa occasione.
Le due opere esprimono una dicotomia ma sono, allo stesso tempo, in compenetrazione e dialogo costante. Entrambe diventano pura essenza strutturale e narrano una dimensione spazio-temporale che non appartiene al presente, evocata attraverso la decomposizione delle forme e l’uso di materiali industriali.
“Aura” è parte dell’intero DNA dell’architettura: ne ricompone l’identità attraverso un processo di decostruzione.
Sospese nelle grandi hall di Le Bon Marché, le due opere sono, nelle parole dell’artista “come relitti esposti in un museo di storia naturale del 18simo secolo. Osservandoli, i visitatori ripercorrono la storia dell’architettura attraverso i suoi componenti.”